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UMBRIA JAZZ - “FRANCESCO FABBRI HOT QUARTET”
I COMPLIMENTI DI LONNIE SMITH PER “FRANCESCO FABBRI HOT QUARTET” “Francesco Fabbri hot quartet” è un gruppo emergente umbro, nato a conclusione dell’edizione estiva di Umbria Jazz che si è svolta a Perugia. <<In pratica, cos’è il jazz?>> <<Dal punto di vista tecnico è l’elaborazione del blues.>> risponde Alberto, il sassofonista. <<Il jazz è una musica che vive di improvvisazione. Può anche essere scritta, fondamentalmente è improvvisata. È l’espressione estemporanea dell’artista. È qualcosa che si rinnova continuamente. È soprattutto un dialogo tra i musicisti ed anche tra i musicisti e il pubblico.>> <<È stato facile entrare a far parte degli artisti di Umbria Jazz Winter?>> <<Facile? È stato un insieme di coincidenze. All’inizio era “Dynamic Trio”, un gruppo composto da sassofono, batteria, hammond.>> dice Francesco Fabbri, musicista ventenne, organista di hammond e leader del gruppo. <<Poi abbiamo deciso di inserire il chitarrista ed abbiamo iniziato a comporre dei nuovi brani per un prossimo lavoro discografico e, poco prima del Festival, si è aggiunto a noi Manou Roche, batterista parigino. Io avevo prodotto due dischi dedicati a Lonnie Smith e li ho portati a Carlo Pagnotta. Il direttore artistico di Umbria Jazz li ha ascoltati ed ha deciso di inserire il progetto “Dynmic Trio” nel cartellone di Umbria jazz.>> È stato subito successo. I due concerti quotidiani tenuti nella Sala Cannoniera della Rocca Paolina a Perugia, sono stati il vero trampolino di lancio. Così Carlo Pagnotta ha deciso di replicare la collaborazione con il nuovo progetto “Hot Quartet” ad Orvieto. <<In questa edizione orvietana hai avuto modo d’incontrare grandi nomi. Com’è stato il rapporto con i musicisti più prestigiosi?>> <<Il rapporto con i grandi è stato sfaccettato.>> Risponde Francesco. <<Per noi suonare davanti, ed anche insieme ad un grande come Manou Roche, è stato molto emozionante ma allo stesso tempo anche di grandissimo stimolo. Questo ci sprona a dare il meglio.>> <<La cosa bella di questo ambiente è che il rapporto è spontaneo, immediato.>> aggiunge Alberto. <<Non ci sono problemi con i grandi artisti che sono anzi prodighi di consigli, c’è soprattutto condivisione, sono grandi essenzialmente come persone.>> <<Chi vi ha fatto i complimenti più belli?>> <<Lonnie Smith che è stato il mio maestro di organo>> dice Francesco Fabbri. <<dopo aver ascoltato il nostro concerto ci ha detto che abbiamo intrapreso la strada giusta. Per me è stato un ulteriore esame.>> <<Sicuramente è il complimento più bello soprattutto perché proviene da un artista che ha alle spalle per lo meno mezzo secolo di musica.>> aggiunge Alberto. <<Com’è stata l’esperienza orvietana?>> A rispondere questa volta è Samuele, chitarra elettrica: <<Orvieto è stupenda. Rispetto all’edizione estiva fatta a Perugia, la manifestazione di Umbria Jazz Winter è più raccolta, facilita il contatto con il pubblico e con i musicisti di altissimo livello, sia italiani che americani. È bello sentirli vicini, suonare brani a distanza di mezz’ora gli uni dagli altri: il confronto è stimolante. Ci si rende conto anche dell’umiltà di certe persone , alla fine sono dei grandi musicisti però allo stesso tempo sono grandi anche perché caratterialmente sono umili.>> <<Si parla di hammond come di una leggendaria macchina di soul jazz.>> <<L’hammond è un tentativo mal riuscito risalente a più di settanta anni fa da parte dell’ingegner Laurens Hammond di replicare il tradizionale organo da chiesa. Le piccole comunità americane che nascevano, nonostante i fondi comunitari, non riuscivano a comprare un organo a canne di alta fattura. Con la tecnologia dell’epoca l’ingegner Hammond riuscì a realizzare questo strumento elettromeccanico, ma non riuscì a replicare l’organo a canne. Lo strumento tuttavia attirò l’attenzione di musicisti di altri generi che apprezzarono le sue imperfezioni e le trasformarono in privilegi, caratteristiche peculiari dello strumento che ha fatto la storia di innumerevoli generi musicali, dal rock al blues, alla musica jazz.>> <<Che cos’ha di particolare?>> <<Sicuramente di particolare ha la sonorità di base, allo stesso tempo calda, molto avvolgente ma anche graffiante e coinvolgente. Poi, essendo un organo, ha la possibilità di lavorare con gli armonici quindi di tirare fuori tantissime sonorità diverse. Durante la stessa performance è possibile cambiare molte volte suono, quindi creare atmosfere diverse a seconda del brano che si sta suonando Poi,visto che ha una pedaliera, è possibile suonare senza il bassista. Con i pedali l’organista fa la parte del basso e del contrabbasso. Questo lascia anche all’esecutore maggiore libertà sia armonicamente che stilisticamente.>>
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