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IL FILO DI ELOISA
PUBBLICATA L’ANTOLOGIA DI AMMIRAZIONE FEMMINILE “Così, come certi venti ci scompigliano i capelli, lei ci scompigliava le idee affinché non fossero mai ferme e scontate. Come un benevolo uragano si spostava seguendo percorsi irregolari ed imprevedibili ma come in tutti gli uragani, nel suo centro, nel suo “occhio”, con autorevolezza e calma regnavano la coerenza e il rigore.“ Questa frase, tratta da “Antologia di ammirazione femminile” descrive ad ampio raggio la figura di Eloisa Manciati ma anche la reazione in città all’annuncio del concorso indetto dall’associazione culturale “Il filo di Eloisa”. I due punti “ammirazione femminile” e il limite massimo di età stoppato ai 35 anni hanno creato non poche perplessità. << Perché limitare il concorso alle donne? Avrei potuto partecipare anch’io.>> dice un giovane sui quarant’anni. La risposta è contenuta nell’introduzione firmata dalla presidente dell’associazione Ornella Cioni. “Abbiamo scelto di limitare la partecipazione alle giovani fino a trentacinque anni proprio perché volevamo indagare – sul filo dell’ammirazione, della gratitudine, della capacità di riconoscere una propria maestra – come sta avvenendo il passaggio generazionale di un ricco patrimonio culturale femminile che è stato valorizzato e posto all’attenzione in questi anni.” Sabato 7 giugno al palazzo dei Sette l’ associazione “Il filo di Eloisa” ha presentato l ‘Antologia edita da LietoColle con una cerimonia che ha condotto ad Orvieto numerose poetesse provenienti da varie parti d’Italia, prevalentemente dal nord e, per quanto riguarda le nostre scuole, una classe del Liceo Scientifico Ettore Majorana. Dice la presidente della giuria Anna Maria Farabbi: “Ogni proiezione per quanto impetuosa e salda necessita della coscienza dell’origine, altrimenti si tramuta in parabola cadente, non cresce in iperbole. Per questo motivo abbiamo idealmente dedicato un luogo del libro alla voce bianca corale della classe del Liceo Scientifico Majorana di Orvieto, valorizzando un flusso di energia buona che, pur con ingenuità retorica, contiene un gesto di disarmata esposizione autobiografica, ma anche di fede nel canto. E questa fede, questo slancio nella propria espressività va incoraggiata…”
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