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MONTE PEGLIA: INAUGURAZIONE SENTIERO
RECUPERATI I FILMATI E LA DOCUMENTAZIONE STORICA DEL RIMBOSCHIMENTO Alla presenza di amministratori locali, provinciali e regionali e con la partecipazione di un numeroso pubblico, il 2 agosto è stato inaugurato al Monte Peglia il sentiero che, evitando la strada asfaltata, con un percorso di circa tre chilometri congiunge la zona del Parco dei Sette Frati con il centro abitato di Ospedaletto. L’iniziativa attuata dalla Comunità Montana rientra nei progetti relativi alla viabilità minore messi in cantiere negli anni novanta dalla regione Umbria e tende ad incrementare il turismo verso quella montagna che con le tipiche cime ammanntate di verde, insieme alle antenne, domina l’orizzonte orientale della Rupe orvietana. Una montagna da cui si domina un panorama infinito che si estende dal Cetona, l’Amiata, le colline che fanno da anello alla città di Orvieto, i monti Cimini, Montefiscone, i monti Martani,…Qualcuno sostiene che nelle serate limpide si nota la luce che sale nel cielo dalla vasta estensione della periferia romana. Sull’altro versante è possibile vedere il Terminillo, i monti d’Abruzzo e il massiccio del Gran Sasso. Il venticello che spira in vetta fa dimenticare i trenotto gradi e l’afa d’agosto che ristagna in città. Durante il breve tragitto, improvvisamente, vengono avvistati due incendi nella zona dell’Orvietano. Il fumo che sale dalla macchia verde va sempre più aumentando di consistenza. Scatta l’allarme. Allertati, gli uomini della Comunità montana in perlustrazione sul territorio, seguono le direttive degli Amministratori. L’inaugurazione del percorso permette a molti di scoprire il vero volto del Peglia. Si tratta di una montagna costellata di roccia calcarea dove è difficile trovare un fazzoletto di terra compatta. Eppure in passato i mezzadri, trafficando con il piccone, sono perfino riusciti a coltivarvi il grano. E in un passato non proprio remoto centinaia e centinaia di soldati prigionieri di guerra hanno fatto gli scassi per piantare i pini che oggi coprono i pendii e le cime. Trattandosi di soldati appartenenti all’esercito austro-ungarico, siamo al tempo della prima guerra mondiale, verrebbe da pensare che i pini piantati provenissero per lo meno dall’Austria. La realtà però è diversa. Si tratta infatti di pini provenienti dall’Italia centrale e precisamente da Vallombrosa. E’ stata la dichiarazione rilasciata alla scrivente nel corso di un’intervista dal centenario Fedele Iannuccelli che da giovane militare aveva avuto la responsabilità di un centinaio di prigionieri impegnati nel rimboschimento. Il lavoro era duro però nessuno dei soldati ungheresi tentò mai la fuga. <
> dovrebbe aver detto il tenente Jannuccelli reduce dal fronte dove era stato ferito. Inserendo l’inaugurazione del sentiero nella festa di Ospedaletto, si è presentata l’opportunità di portare la storia del Peglia alla conoscenza di tutti. Notevole per l’occasione è stato l’apporto della documentazione in possesso di Lollo, alias Paolo Jannuccelli, orvietano, figlio di Fedele. Come anche consistente è stata la ricerca di Luca Montecchi negli archivi Faina e sorprendente il materiale recuperato dal tecnico Roberto Gonnellini che ha scandagliato gli archivi Rai trovando vecchi filmati risalenti ai lavori di rimboschimento di cui s’ignorava l’esistenza. Inutile dire che l’artefice essenziale dell’opera di rimboschimento fu E. Faina, come dimostra una lapide affissa in una minuscola edicola. A questo punto la partecipazione della gente è totale. <
> La rivendicazione è di molti, uomini e donne che ricordano la mamma, Pasqua, Rosa… e così via, quando raccontavano della grande guerra. <
> Domanda superflua. In un mondo in cui anche “i ragazzi del 99” erano in guerra, erano le donne a tirare avanti la famiglia e ad andare a lavorare per un piatto di pasta.
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