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OASI DI ALVIANO
DALL’OASI DI ALVIANO RICEVIAMO Lettera al Direttore Caro Direttore, sono Stefano Laurenti, un ornitologo che, pur dilettante, effettua censimenti mensili regolari da oltre dieci anni, dell’avifauna presente all’Oasi di Alviano, come collaboratore volontario dell’Oasi stessa. Ho quindi perfettamente presente, documentabile con numeri importanti, la situazione delle presenze di uccelli in quello che è un bacino artificiale sul fiume Tevere, realizzato per scopi idroelettrici negli anni sessanta. L’evoluzione ambientale dei diversi habitat che vi si trovano, non è diversa da quella documentata per tutti gli altri bacini artificiali del mondo. Lo sbarramento di un fiume provoca sempre un anomalo deposito di sostanze, inerti e non, che evolvono con rapidità variabile verso ambienti e situazioni sempre diversi. Senza addentrarmi in ulteriori disquisizioni, voglio sottolineare che la migliore condizione per gli uccelli (ma non solo per essi) è rappresentata da una diversificazione di habitat, che rappresenta in definitiva la biodiversità. La gestione di ambienti complessi come quelli dell’Oasi di Alviano non è cosa facile, ed in Italia sono pochi gli esempi edificanti e produttivi in termini di qualità ambientale. Fino ad ora abbiamo censito, insieme ai miei collaboratori, quasi 200 specie diverse di uccelli, alcune delle quali accidentali o rarissime in Italia, segno evidente della qualità ambientale e dell’estrema importanza di questa Zona a Protezione Speciale nel panorama delle zone umide nazionali ed internazionali. Gianni Cardinali, responsabile dell’Oasi fin dalla sua costituzione, ha operato, fino a quando è stato responsabile della gestione dell’area protetta, in modo esemplare, spesso al di sopra delle sue forze economiche, per mantenere l’ambiente nelle condizioni di massima produttività in termini di biodiversità. Qualche volta c’è riuscito, altre volte, limitato dalle scarse risorse a disposizione per la manutenzione, ha operato per difendere il lavoro effettuato. L’ultimo intervento progettato ha riguardato la costruzione di un argine in terra battuta, al fine di proteggere la parte di palude antistante i capanni di osservazione dalle acque inquinate provenienti dal fiume Tevere e riossigenare così un angolo di Oasi importante anche per le migliaia di visitatori annuali che la frequentano. L’idea originaria prevedeva anche un’opera di regimentazione del livello delle acque, essenzialmente piovane e quindi non inquinate, posizionata sull’argine realizzato. Si è verificato che, per l’indisponibilità di risorse adeguate immediate, l’intervento si è interrotto una volta realizzato l’argine. Questo evento è coinciso con l’inspiegabile allontanamento di Gianni Cardinali dalla responsabilità della gestione dell’Oasi. Il risultato è stato che il lavoro progettato si è interrotto a metà e la palude, non più alimentata dalle acque del Tevere, si è prosciugata in quest’ultima torrida estate. Alle anatre sono subentrati i Beccamoschini, piccoli uccelli tipici di ambienti aridi ed asciutti. Gli aironi hanno abbandonato l’isolone dove si riproducono e le folaghe hanno sospeso le loro nidificazioni. Solamente qualche giorno fa, al fine di salvaguardare solamente la faccia dell’Oasi di fronte ad esterefatti visitatori, qualcuno ha posizionato un tubo di grandi dimensioni in mezzo all’argine per far riaffluire l’acqua nella palude asciugata. Già, ma quale liquido entra nel tubo e va a riempire quella parte del lago che invece si voleva depurare? Personalmente non ho eseguito analisi, ma la logica mi porta a concludere che così operando si riporterà l’intera area nelle medesime condizioni anteriori all’intervento di miglioramento ambientale che Gianni Cardinali aveva tanto caldeggiato e per cui si era impegnato, quasi indebitato, con la forza e la grinta che da sempre lo contraddistingue. Mi viene da pensare ad un’assenza di coordinamento e di dialogo tra la vecchia e la nuova dirigenza dell’Oasi. Anzi, da questo traumatico evento credo proprio che si possa pensare che l’attuale gestione non conosca affatto il passato di Alviano e che stia annaspando nel buio, nel tentativo di rifarsi una facciata di credibilità e di efficienza, persa definitivamente, secondo me, con l’allontanamento forzato di colui che ha creato l’oasi e che l’ha gestita e curata con professionalità, competenza ed anche con tanto amore. Stefano Laurenti Montoro 25-09-08 <<<<<<>>>>>>……<<<<<<>>>>>>……<<<<<<>>>>>> Circa un anno fa, esattamente l’8 ottobre, dall’Oasi di Alviano ci perveniva un comunicato denso di soddisfazione e di entusiasmo, corredato di documentazione fotografica, che oggi vogliamo pubblicare. Molte le domande che vengono spontanee. A cosa sono dovuti il degrado e l’incuria segnalati da Stefano Laurenti? E per quale motivo una persona efficiente e competente come Gianni Cardinali, praticamente il “padre” dell’oasi di Alviano, è stata rimossa dall’incarico? Che cosa ha in mente il WWF per il futuro dell’Oasi? <<<<<<>>>>>>……<<<<<<>>>>>>……<<<<<<>>>>>> Ed ecco il comunicato ricevuto un anno fa COMUNICATO STAMPA Abbiamo lavorato alacremente per tutto il mese di agosto, grazie alla disponibilità dell’Assessore Regionale all’ambiente Bottini, di Endesa e della Provincia di Terni. Con il costo di un modesto “suv”, un piccolo e generoso imprenditore di Madonna del Porto, con le sue macchine per movimento terra, ha restaurato un argine che fu realizzato dieci anni fa. Potrebbe sembrare una cosa da poco, ma grazie a tutti questi contributi, abbiamo realizzato un’opera che consentirà una “resurrezione” biologica di 150 ettari di una splendida palude con tutti i suoi “abitanti”. Coincidenza favorevole vuole che anche il Sii, servizio idrico integrato, l’ente per l’acqua per intenderci, ha iniziato la ricostruzione del depuratore di Madonna del Porto che, ancora oggi, procura tanti guai proprio a quei 150 ettari. Tanta soddisfazione insomma: per avere realizzato un’opera importante con pochi soldi e con tanta disponibilità; per avere la possibilità di fare in concreto nuova sperimentazione sulla biodiversità; per migliorare l’osservazione degli uccelli da parte dei visitatori che vorremmo sempre più numerosi. In tutto questo, pur modestissimo contesto, siamo felici di affermare con fierezza che facciamo tutto con poco denaro, con tanta passione, con l’orgoglio di rispettare il denaro pubblico e con la certezza che tutto ciò che ci viene erogato viene utilizzato con tutto il rispetto dovuto. Maria Neve Medori Laura Saenz de Buruaga Alessio Capoccia Gianni Cardinali
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