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PELLEGRINI A ORVIETO
Piazza Duomo, 20 giugno, ore 9,00 I cori all’interno del Duomo diffusi dagli altoparlanti risuonano sulla città battuta dalla pioggia e dal freddo. Alle 9,30 di quest’ ultimo giorno di primavera, il termometro al Moro segna 13 gradi. Piove forte e non accenna a diminuire. All’interno degli spazi della scala mobile i pellegrini assiepati fino al parcheggio e sui pullman a Campo della Fiera attendono che spiova. Dal versante est della città invece sono già partiti e marciano verso il Duomo, seguendo i cammini assegnati, uno per il Corso, l’altro per Via Postierla. Vanno a passo veloce sotto la pioggia battente, riparati da cappellini di tela e impermeabili di fortuna indossati sopra la divisa della confraternita. Molti, i costumi tradizionali li indosseranno poi, quando entreranno in Duomo. Anche l’ingresso in cattedrale avviene da porte diverse. Ciascun gruppo giunge in processione seguendo il proprio percorso. Quello proveniente da via Postierla entra dalla porta laterale che guarda il Palazzo di Bonifacio VIII, mentre l’altro che sale per via del Duomo entra dal lato di Maurizio. Solamente i pellegrini provenienti dal Campo della Fiera entrano dalla porta centrale. Il programma infatti a causa del maltempo è stato modificato. Non più sul sagrato si svolgerà l’intera cerimonia, dall’adorazione delle reliquie alla celebrazione della Mensa Eucaristica, ma dentro il Duomo che è abbastanza capiente da contenere tutti i pellegrini. All’interno gli stendardi delle Confraternite giunte da ogni parte d’Italia vengono accostati alle pareti e le sacre reliquie portate a sull’altare. Manca solamente il Sacro lino del miracolo di Bolsena. Le Associazioni, tra cui l’Unitalsi, con un doppio cordone umano creano un corridoio in cui viene portata la reliquia del Corporale che si aggiunge alle altre. Tutti sono ansiosi di vedere la reliquia custodita ad Orvieto e non manca chi chiede informazioni. Completamente inutili le raccomandazioni rivolte dall’alto: tutti, seguito compreso, continuano a scattare foto e a riprendere con la telecamera. Le navate del Duomo presto si riempiono. La prudenza consiglia di interrompere le processioni verso l’ingresso e di invitare gli ultimi arrivati, ancora tanti, ad accomodarsi sul lato sinistro della piazza dove, attraverso un maxischermo, si possono seguire tutte le fasi della cerimonia. Intanto alla pioggia è subentrato il sereno. Il sole caldissimo, improvviso sprazzo d’estate, provvidenzialmente tiene saldi i pellegrini impegnati nella preghiera. <
> dice all’omelia il vescovo monsignor Giovanni Scanavino che prosegue narrando un episodio del passato. <
> aveva domandato ad un uomo che portava la croce. <
> aveva risposto l’uomo. <
> ripeto io ad un giovane pellegrino che è giunto in zona da tre giorni, dopo un viaggio di circa quindici ore. <
> E’ bello sentirlo dire da un giovane di 18 anni, significa che ne è convinto. Tutt’ intorno, chi segue, chi parla, chi saluta. E’ un insieme vivace di colori che si estende dalla piazza fino in cima alle gradinate. C’è gente piazzata all’ombra, che ha portato le sedie dalla zona Sibilla fin quasi alla porta d’accesso laterale. Diciamo che, nonostante la pioggia del mattino, la giornata orvietana è riuscita alla perfezione. Non diecimila ma sei, settemila persone sono radunate qui, all’interno e sulla piazza del Duomo. Nessun malore, nessun intoppo… Protezione civile, volontari della Croce Rossa, forze dell’ordine…dopo l’ansia dei giorni precedenti e le variazioni dell’ultimo minuto legate al maltempo, tutti fanno un sospiro di sollievo. PERCHE’ SONO NATE LE CONFRATERNITE Le confraternite in posa sul sagrato del Duomo per la classica foto ricordo hanno costumi particolari, molto diversi le une dalle altre. Anche i copricapo sono del tutto singolari. C’è un gruppo di ragazzi con un cappello bianco a forma di cono allungato (circa 30 centimetri) che mi incuriosisce abbastanza da farmi avvicinare. <
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> mi risponde il giovane che ho avvicinato a caso e che mi presenta il rettore. Mi viene da pensare all’università e al seminario. Ma Ferdinando Scillìa, presidente dei rettori delle Confraternite di Enna spiega: <
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> GLI OBIETIVI DELLE CONFRATERNITE ODIERNE Non è facile per noi intuire gli obiettivi delle Confraternite nelle complesse necessità del mondo moderno. <
> dice il rettore Scillìa <
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> Ci sono degli altri impegni molto pratici. Ce lo dice il rettore di Maria Santissima La Nova: <
> Tra le tante e antiche Confraternite, nel gruppo venuto da Enna ce n’è una abbastanza recente. <
> dice Santo Maddalena , rettore della “Confraternita del Santissimo Crocifisso di Percusa”. In pratica un parroco non ha fatto altro che rimettere in piedi un’antica confraternita soppressa negli anni Cinquanta (1954). E lo ha fatto appositamente per i Lacari, gli abitanti di un villaggio situato sul lago di Percusa, ispirandosi alle confraternite di Siviglia. <
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> aggiunge un altro rettore. <
> Ancora una volta viene da domandarsi da quale necessità è scaturita la nascita della Confraternita. <
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> aggiunge Mario Cascio, rettore della confraternita Maria Santissima di Valverde. <
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> Mi ritorna la domanda del vescovo: <
> Anche questa volta mi risponde un giovane. <
> E’ Alex, 16 anni, della confraternita Santissimo Crocifisso di Percusi di Enna.>> <
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> Che dire? Buon ritorno a casa a tutti! Dettagli La racanella Strano l’antico strumento musicale la racanella! Oltretutto produce un suono grattato che si sente forte, nonostante le voci del coro. Serve a dare il segnale di via e d’arresto al corteo della processione. Quando i primi sono troppo lontani e non possono sapere se accelerare il passo o fermarsi, il “suono”della racanella dà l’ordine esatto, più di una bandierina colorata di rosso o di verde in cima ad un paletto di legno. Non potrebbe, la racanella essere indicata anche per le processioni nostrane, in particolare quella del Corpus Domini?
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