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ACQUA AL FANGO
Una tazzina di caffè, qualche dolcetto, un bicchiere d’aranciata….magari un po’ palliduccia. Magari una limonata particolare, miscelata e sorseggiata tra amici… Magari! Quella che vediamo nella foto è l’acqua fornita dalla SII, quella che sgorga dal rubinetto di un’abitazione privata situata in zona Lapone, nel comune di Castel Giorgio. Sapevamo dei problemi che in questo periodo affliggono varie frazioni dell’Orvietano in cui agli abitanti è stato sconsigliato di utilizzare l’acqua dell’acquedotto comunale per l’eccessivo tasso di arsenico che va in esubero rispetto ai parametri fissati dalla Comunità Europea. A questo ormai siamo abituati. L’arsenico è sempre presente nelle rocce vulcaniche e, guarda caso, sia il tufo che il basalto sotto cui è situata la nostra falda acquifera sono di origine vulcanica. Va anche detto che da millenni gli abitanti delle nostre zone hanno sempre bevuto quest’acqua, felici di tanta abbondanza, trovandola perfino ottima, più gradevole della minerale in bottiglia venduta ai nostri giorni. Nel caso della foto il problema è diverso, è dovuto al fango, e da anni si ripete ad ogni pioggia. Praticamente d’inverno non è igienico usare l’acqua di casa! E allora che si fa? Si torna alle origini e si va alla fontana con la vecchia brocca, con taniche e secchi. Questa volta l’acqua è di vena. E l’andirivieni casa-fontana ci riporta nelle campagne degli anni quaranta–cinquanta… Gli interessati da tempo hanno provveduto a protestare presso l’azienda fornitrice presentando due bottiglie campione. E’ il caso di dire: un buco nell’acqua! Praticamente la miscela che sgorga dai rubinetti di casa non va bene né per bere, né per cucinare, né per fare il bucato. Il fango, oltreché intasare i filtri, dà al bucato lo stesso colore dell’acqua. Meglio di una tintoria. A questo punto gli interessati non riescono a spiegarsi per quale motivo debbano pagare le bollette dell’acqua e la tassa sulla Val di Chiana. E credo che dobbiamo dare loro ragione.
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