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PLASTICA: CHE C’ENTRA CON LEONARDO?
Carnaiola. Bello e quasi intatto il paesino antico con le tipiche case in pietra, le scalette, il rumore del Ripignolo, il Chiani allargato nel letto rifatto… Nella piana l’Argento in piena ha allagato campi e vivai ed anche sotto il borgo ristagna l’acqua che forme e fossi a valle del Muro Grosso non riescono a portare al canale. Il castello pare proprio il luogo più idoneo per una mostra che riguarda il genio di Leonardo. All’apparenza tutto è perfetto. L’ambiente fisico è quello del passato remoto, quando sotto quella specie di penisola che è Carnaiola ristagnavano le paludi. Si potrebbe avere l’idea di essere in pieno ‘Cinquecento. Come entro nei locali antichi dov’è allestita la mostra, immediatamente vengo attratta dalla varietà delle macchine del grande progettista toscano.Trentasette modellini realizzati con cura, dove si è cercato di utilizzare il materiale che veniva usato all’epoca di Leonardo. Subito chiedo in che secolo è vissuto Leonardo, visto che per diverse macchine sono stati utilizzati materiali in fibre sintetiche derivate dal petrolio, in particolare tutte le belle ali e la cordicella della macchina sollevapesi…. Non mi piace la tanto decantata mostra delle macchine di Leonardo allestita nei locali a pianterreno del castello di Carnaiola. Mi sono sentita presa in giro, in particolare dai luminari che hanno realizzato le macchine. Dopo tanta ricerca ed impegno nella realizzazione del progetto sono andati a svilirsi con i dettagli. Le cose sono due. O hanno pensato che nessuno si sarebbe accorto del materiale plastico, o hanno voluto ridimensionare le spese. Ma quanto sarebbe costato qualche metro di lino o di canapa? Ed era veramente difficile rimediare una metrata di cordino del passato? (A proposito: Leonardo è nato a Vinci , Firenze, nel 1452 ed è morto nel castello di Cloux, Francia, nel 1519.)
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