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I DANNI DELLA PIOGGIA
Le grandi piogge che quasi ininterrottamente dal periodo antecedente il Natale si sono abbattute sull’Italia centrale non hanno lesinato la nostra città, che pure è una delle meno piovose dell’Umbria. In effetti è piovuto molto, ma le pause tra un diluvio e l’altro, seppur brevi, come pure le opere di bonifica realmente effettuato negli anni appena trascorsi, hanno consentito di evitare il peggio. Non si sono verificati danni alle persone e alle abitazioni. Ci sono state frane, in particolare per la Strada Fontana del Leone. Danni ingenti alle strutture nella zona dei due laghetti dove alle tre di notte il Paglia, sotto la spinta del Chiani che vi sfocia sul versante opposto, ha tracimato allagando tutta l’area fin quasi al sottopasso dell’autostrada, scavalcando i cestoni messi a protezione del parco. La notte dell’Epifania molta gente l’ha passata in piedi, in particolare i volontari della Protezione Civile, dei dipendenti della Provincia… che hanno tenuto sotto controllo la situazione. Oltretutto si è dovuto provvedere al taglio degli alberi che, trascinati dalla corrente, erano rimasti incastrati contro i piloni. Il danno maggiore è quello subito dalla falda acquifera che rifornisce gli acquedotti dei comuni di Orvieto e di Porano che, a causa del dilavamento, presentano elevate percentuali di alluminio e di ferro. Le rocce basaltiche delle rupi che circondano Orvieto, come tutte le rocce di origine vulcanica dei colli laziali e del Vesuvio, contengono leuciti, sotto forma di cristalli bianchi di lucentezza vitrea, che si notano ad occhio nudo. Si tratta di alluminosilicato di potassio. Al tempo dell’autarchia, cioè prima della seconda guerra mondiale, e fin verso il 1947, sotto le rupi sovrastanti il laghetto di Sugano c’erano le miniere. Molti uomini della campagna orvietana si sono rovinati la salute per scavare le gallerie con picconi e dinamite ed estrarre i minuscoli cristalli dalle pietre. La patria aveva bisogno di alluminio per le ali degli aerei! Chissà quante volte nel passato, quando non c’erano le analisi ed i controllo attuali, si sarà bevuta acqua arricchita d’alluminio! I sali contenuti nelle rocce, analogamente al sale da cucina, si sciolgono in presenza d’acqua. Non è forse per questo che l’acqua del mare è salata? Per noi, abituati all’abbondanza, è difficile stare lontani dal rubinetto per bere, lavarsi i denti, lavare e sciacquare le verdure…. Ci sono le autobotti, come annuncia il comunicato diramato dall’ufficio informazioni del comune. E’ già un aiuto notevole. Però la gente avrebbe voluto essere avvertita in maniera più capillare ed eclatante, magari con un megafono come si fa durante i periodi preelettorali. La notizia ufficialmente è stata comunicata nel pomeriggio di sabato 9. Eppure nella serata di domenica c’erano ancora persone che non erano al corrente del divieto di utilizzare l’acqua per scopi alimentari. Santina Muzi
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