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VIAGGI E SAPORI DELL’ALFINA
“VIAGGI E SAPORI DELL’ALFINA” AL MUSEO DELLE TERRECOTTE DI CASTEL VISCARDO INTERVISTA A FEDERICO FABIANI L’Associazione Teatrale "Piccolo Teatro delle Fontane" di Castel Viscardo domenica prossima chiuderà l’attuale stagione presentando alle ore 18.00 il volume “Viaggio nei sapori e nelle tradizioni dei paesi dell’Alfina” di Federico Fabiani, Annulli editore. In anteprima ho rivolto alcune domande all’autore: <<Federico, com’è nata la passione per la cucina?>> <<La Annulli Editore ha commissionato questo lavoro per portare avanti un più ampio progetto che, partendo dalla Maremma laziale, si è avvicinato all'entroterra umbro, si occuperà a breve anche dell'Orvietano. E’ un progetto nel quale si vuole mettere in evidenza il sapere "di una volta", sia nei sapori, che nelle tradizioni. Nel testo che io ho curato prendo in considerazione l'Alfina, unità geograficamente costituita e ben delineata, ma che nell'immaginario collettivo non è sentita come tale. Cita l'introduzione: “L’Alfina, luogo geograficamente delimitato a nord dalla vallata del fiume Paglia e a sud dalla caldera del lago di Bolsena, presenta un paesaggio dal carattere prevalentemente pianeggiante con alcuni rilievi collinari. Questa regione si caratterizza per la presenza di un altopiano solcato da corsi d’acqua che ritagliano vallate molto contenute, appena fuori è il settore delle ripe per eccellenza. Attualmente interessa i comuni di Acquapendente, Allerona, Castel Giorgio, Castelviscardo, Orvieto e Porano con le frazioni di Torre Alfina, Viceno, Monterubiaglio, Benano e Torre San Severo, è diviso tra due province, sei comuni, due regioni... L’altopiano dell’Alfina, unità geograficamente poco sentita dalla gente del posto, emerge prepotentemente nell’immaginario degli stranieri che scelgono questo luogo per abitarlo: in particolar modo è facile notare la calda e bizzarra accoglienza delle persone che lo abitano, l’alone di mistero che l’avvolge e l’energia del paesaggio.” Per quanto mi riguarda ho sposato subito la richiesta di Annulli proprio perché sentivo l'esigenza di "fermare sulla carta" qualcosa in via d'estinzione, quest'identità appunto, che già i miei coetanei faticano a riconoscere. Non parliamo della precarietà delle tradizioni: storia, geografia, dialetto, mestieri, ricorrenze e, quindi, la cucina.>> <<A quali fonti hai attinto per scrivere il volume?>> <<Il lavoro è venuto alla luce con l'intento di raccordare, mettere insieme diverse informazioni, e la proposta "a blocchi", a mo' di appunti con finestre che si aprono per tutti i tipi di curiosità sono stati concepiti a più ampio uso dei lettori di oggi, uno sguardo rapido, spesso ci si lascia guidare da una pagina aperta a caso per proseguire in direzioni sempre diverse all'interno del volume: dalla ricetta della nonna, dal nome di una sagra, dal toponimo al nome del santo piuttosto che le vicende storiche o, laddove la documentazione è carente, ciò che caratterizza un posto, una frazione, una località. Le mie "fonti" sono dettate dalla fiducia riposta in chi mi ha preceduto nella ricerca storica, in quanto a questo, ripeto, ho solo raccordato; non dimentico le interviste dirette alla gente del paese, alle associazioni, a queste ultime va il mio invito a proseguire nella direzione del recupero della genuinità delle origini, così, senza vergogna; non da ultima la stima dell'editore.>> <<In questo lavoro che ruolo ha avuto la tua famiglia?>> <<Nel presentarmi uso in genere il termine autoctono, per chi lo mettesse in dubbio, riferendomi al fatto che dopo il trasferimento della bisnonna materna dalle Marche-Senigallia (1867 ca.), la mia famiglia ha scelto l'Alfina come luogo in cui vivere; da parte mia, nonostante le difficoltà - talvolta arrivo a paragonarmi a chi molla tutto per andare a "fare qualcosa da qualche altra parte" - mi sono trovato più volte a confermare questa scelta. Dunque, il mio bagaglio di esperienze parte da qui: dal modo di conoscere, di cucinare, di parlare, di incuriosirmi (sottolineo dicendo che l'Altopiano dell'Alfina è stato da sempre luogo di passaggio nelle varie vicende storico-sociali, se solo ti fermi a guardare chi passa non rimani indietro, anzi, ti aggiorni), di ospitare, di radicarmi su certe convinzioni. Inoltre, è il luogo dove riesco a sentire-ricaricarmi di energia. Avverto la ritrosia di pochi ostinati a non riconoscere la propria autocoscienza e identificarsi in una generazione che è strettamente connessa al mondo agricolo, padronale, di quarant'anni fa, più vicino a una fazenda, che non allo statalismo di poco successivo e che ha appiattito, soppiantato quella genuinità e ingenuità autoctone. Per finire, mi sento di dire che molti miei contemporanei, per fortuna, stanno rivalutando, valorizzando i loro contenuti e facendo delle scelte meno dettate dai tempi veloci, più orientati al deep & slow. Del resto viviamo nella campagna dell'Alfina come in una grande metropoli dove, se spegni lo schermo televisivo, a una ventina di minuti di macchina hai alla portata tutto: cinema, sala da ballo, biblioteca, teatro, piscina, gruppi di persone con le quali confrontarti.… Anche l'aria fina!>> <<Puoi suggerirci una ricetta svelta, svelta?>> <<Possono andare bene le polpette di cicoria? E’ una ricetta della nonna.Con questa pianta che vive negli incolti e nei prati, riconoscibile dal fiore azzurro, si prepara un piatto semplice e alla portata di tutti. Ingredienti: foglie di cicoria, un uovo, molliche di pane raffermo, sale, pepe, a piacere polvere di cannella e zucchero. Il tutto finemente battuto, mescolato e composto a forma di polpetta di pochi centimetri di diametro. Ottimo ripassato in padella con un aglio e un filo d’olio. Le altre ricette sono quelle tipiche umbro – laziali, qualche piccola novità nel cucinare la cacciagione e la polenta: ho ascoltato le persone più anziane, ma anche le più disponibili ai bar del comprensorio, perché c'è sempre quello che ha voglia di dire, di farti conoscere un posto...perché ci tiene. Il volume “Viaggio nei sapori e nelle tradizioni dei paesi dell’Alfina” di Federico Fabiani, Annulli editore, è reperibile nelle librerie al prezzo di 7,50 euro. Santina Muzi
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