> NOTIZIE
Notizie Orvieto.it
Cerca
BANDI FONDI EUROPEI
CULTURA
MINUTERIE
STORIA
MINUTERIE
ETICA ENERGETICA ED IMPIANTI FOTOVOLTAICI
Numerose testate giornalistiche, tra cui il Corriere della Sera, hanno recentemente riportato la notizia della ferma opposizione di parte della popolazione di Acquapendente e Trevinano, ad un impianto fotovoltaico da realizzarsi in località Podere "San Luca". Tuscia Vola ha sempre manifestato il proprio impegno verso le energie rinnovabili in contrapposizione al petrolio ed al nucleare, verso la sostenibilità ambientale delle opere ed infrastrutture, verso la green economy in genere. Ciononostante, è opportuno chiarire alcune aspetti in merito ai grandi impianti fotovoltaici, in area agricola, che stanno nascendo in molte parti d'Italia. Il DM 19 Febbraio 2007, il c.d. "Conto Energia" che regola l'incentivazione dell'energia fotovoltaica per il periodo 2007-2010, nasce con l’intento di favorire le applicazioni di piccola taglia architettonicamente integrate in strutture o edifici. Questo concetto spiega il motivo per cui la maggiore incentivazione, Euro per KWh prodotto da energia fotovoltaica con durata di 20 anni, è prevista per gli impianti minori di 3 KW, una tipica utenza domestica. Impianti di dimensioni maggiori hanno incentivi più bassi. IL DM 19 Febbraio 2007 prevedeva inoltre che l'incentivo dello Stato subisse una riduzione in misura del 2% annuo, a compensazione dei presumibili minori costi delle tecnologie fotovoltaiche. Dal 2007 ad oggi, però, il costo dei pannelli solari si è pressoché dimezzato, e questo ha consentito di avere in Italia e sino al 31 dicembre 2010, gli incentivi più alti del mondo. Questa introduzione è necessaria per comprendere la ragione della crescita esponenziale di impianti fotovoltaici in area agricola, su tutto il territorio nazionale. Si è creato un settore di businnes completamente nuovo il quale non ha impattato, purtroppo, in misura sostanziale sulle piccole utenze domestiche ma, a causa della globalizzazione dell'economia, ha generato interessi nelle grandi finanziarie e nei fondi di investimento internazionali, innescando quindi forti attenzioni per i grandi impianti. Il modello economico è molto semplice: un investimento sul fotovoltaico consente oggi in Italia, di avere un rendimento stabile per 20 anni pari al 14-15%. Poi, per i grandi investitori, ci saranno sempre i mercati in espansione di Cina, India e Russia, molto più proficui ma con un margine di rischio molto più elevato. E gli agricoltori? Purtroppo non sono i proprietari dei fondi a beneficiare degli incentivi. Si tratta principalmente, come sopra accennato, di fondi di investimento internazionali, investitori ma anche speculatori, truffatori e, finanche la criminalità organizzata. Agli agricoltori va un affitto che è molto più conveniente del lavoro annuale ed il contratto è concluso. Salvo poi ritrovarsi tra 19 anni e 364 giorni con una società a responsabilità limitata che gestisce l'impianto e che fallisce prima di garantire la smantellamento dei pannelli fotovoltaici. A questo punto nasce la necessità di una scelta etica, di campo, della politica che gestisce il territorio. Una legge ottima ha contribuito e sta contribuendo allo sviluppo di un nuovo settore industriale in Italia, dove attualmente lavorano oltre 20.000 addetti (fonte Università di Padova/GIFI). Questo sviluppo tecnologico non deve essere però lasciato in mano al solo mercato ma deve essere inserito in un quadro di pianificazione sostenibile complessiva. In altre parole, bisogna fare in modo che lo sviluppo del fotovoltaico non comprometta altre risorse utili ma sfrutti invece la miriade di spazi a lui più adatti, quali i capannoni industriali, le coperture civili, le pensiline per i parcheggi, l'integrazione nelle architetture moderne, e molto altro ancora. Nessuna preclusione ad interventi in aree agricole marginali, depresse oppure non produttive ma con distese sproporzionate di pannelli fotovoltaici nelle aree di pregio si possono generare impatti ambientali assolutamente devastanti, con suoli sottostanti che possono perdere la loro l'attività pedogenetica, dando luogo a fenomeni di desertificazione che ne decreterebbero l' infertilità e aumenterebbero il pericolo di alluvioni. Tutte questioni che devono essere prese in considerazione da chi ha la responsabilità etica delle scelte pianificatorie: la politica, soprattutto nelle amministrazioni centrali, in primis il Ministero dell'Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare ma anche Regioni e Provincie, le quali devo assolutamente stabilire linee guida a supporto delle Amministrazioni Comunali, all'interno delle quali far crescere le energie rinnovabili. Si tratta difatti di un settore nuovo e quindi non ancora pienamente regolamentato, ma che deve crescere in armonia con l'ambiente e seguendo i paradigmi dello sviluppo sostenibile. In conclusione sì al fotovoltaico, soprattutto nelle grandi coperture industriali e civili, ma anche nelle aree rurali dove però questi impianti non causino impatti devastanti al paesaggio ed ai suoli. Infine una proposta al neo Assessore all'Ambiente della Provincia di Viterbo: perché non facciamo in modo che sia proprio l'Amministrazione Provinciale di Viterbo a farsi promotrice di una azione nazionale su tali temi? Prof. Claudio Margottini Presidente Comitato Scientifico Tuscia Vola
Mappa del sito
Orvieto.it - Tutti i diritti riservati
ilportale@orvieto.it