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RIFIUTI: AAA IMPRENDITORI CERCASI
Sempre a proposito dell’ampliamento della discarica riceviamo il contributo dell’associazione politico culturale “Altra città” che pubblichiamo integralmente. Rifiuti: AAA imprenditori cercasi Nei prossimi giorni si svolgeranno incontri istituzionali importanti inerenti i progetti per l’ampliamento della discarica delle Crete e per il potenziamento/miglioramento dell’impiantistica destinata al compostaggio della frazione umida. Il nostro auspicio è che si assumano decisioni per invertire la rotta sulla gestione dei rifiuti, puntando al loro riuso e riciclo, così come ci insegnano felici esperienze a livello nazionale che relegano la discarica ad una fase del tutto residuale, in armonia con le direttive europee di settore. Il rifiuto deve cioè costituire la materia prima per sviluppare filiere del riciclo con positivi risvolti in campo ambientale, sanitario ed economico. La gestione dei rifiuti è in rapida evoluzione. Il comune di Peccioli (Pisa), compartecipe per il 56% del capitale sociale della società di smaltimento, sta sperimentando il “dissociatore molecolare”,che ridurrebbe del 90% il residuo da destinare alla discarica. Ad Orvieto l’evoluzione comporterebbe il passaggio, dal “butto”, alla produzione di biogas dall’impianto di compostaggio. Il modello “Vedelago”, proposto dalle associazioni ambientaliste e da alcune forze politiche, costituisce un utile riferimento per definire la nuova strategia sulla gestione dei rifiuti, che sta estendendosi con successo in tutta Italia (questo il link http://terracinaforum.com/terracinarialzati/?p=3445 di una delle ultime esperienze sorte a Sermoneta in provincia di Latina). In tale contesto la discarica non solo deve assumere una funzione del tutto residuale, come sopra ricordato, ma deve anche rispondere prioritariamente e principalmente alle esigenze gestionali dell’ambito. Da questo punto di vista il progetto SAO non ci sembra condivisibile in quanto prevede di “funzionare” con quantitativi di rifiuti da smaltire pari a 130.000 t/anno nel periodo 2011-2016 e pari a 100.000 t/anno nel periodo 2017-2027, provenienti anche da fuori ambito (già oggi si smaltiscono ceneri e fanghi provenienti anche da fuori regione), indipendentemente dai livelli di raccolta differenziata raggiunti nell’ambito. Qualora non dovessero verificarsi tali condizioni, dobbiamo supporre che verranno conseguentemente aumentate le tariffe di smaltimento in discarica. Il progetto SAO prevede che la discarica, una volta autorizzati la sopraelevazione del secondo calanco e l'utilizzazione del terzo, si esaurisca nel 2027; si tratta di un periodo troppo breve, peraltro di dubbia attendibilità visto quanto accaduto sino ad oggi, in cui si occuperanno enormi volumi e spazi in ambiti territoriali delicati, che andrebbero quantomeno usati con parsimonia. La discarica delle Crete è così destinata a rispondere ad esigenze di vasti territori a carattere anche sovra-regionale, senza portare particolari benefici economici alle casse comunali ed ai cittadini orvietani, ma in grado di determinare sicuri disagi in termini di impatto ambientale e di vivibilità. Il progetto SAO, pur presentando ipotesi interessanti di sfruttamento del biogas dall’impianto di compostaggio della frazione umida, non possiede perciò i requisiti di sostenibilità ambientale, economica e sociale attesi. La comunità orvietana non è interessata a trasformare Le Crete nel ricettacolo dei residui degli impianti di incenerimento e dei depuratori dell’Italia centrale, né delle possibili inefficienze del sistema umbro. Saremmo invece pienamente d’accordo a realizzare una piattaforma per la selezione e la lavorazione dei rifiuti sul modello Vedelago, che moltiplicherebbe la forza lavoro del settore rifiuti, consentirebbe al Comune di Orvieto di attuare una efficace raccolta differenziata e di risparmiare il sito e gli oneri per lo smaltimento e per la ecotassa, oltre a contribuire alla crescita civica e culturale del Cittadino. Il Portavoce Mauro Corba
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