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LA RENARA NON E’ UNA TORTA!
Riceviamo e pubblichiamo il seguente: COMUNICATO STAMPA LA RENARA NON E’ UNA TORTA! 3 dicembre 2010 Nonostante la mobilitazione di comitati di cittadini, associazioni locali e nazionali del mondo ambientalista e venatorio che dal 2004 si battono per salvaguardarne l’integrità, la Renara ,Z.R.C. “storica” è ancora oggetto di attenzioni pericolose che vorrebbero aprirne una parte alla caccia. In vista dell’approvazione del nuovo Piano Faunistico Venatorio Provinciale, l’ingordigia di pochi cerca di ottenere una fetta nevralgica della “torta” Renara mettendo a rischio l’equilibrio dell’intera Z.R.C. Poco importa, a questi irriducibili, se in poche settimane, sotto i colpi di pochi fucilieri si azzererebbe il lavoro fatto per quasi quattro decenni dalla natura e dall’uomo e dove Provincia e Federcaccia (che l’ha in gestione) hanno investito non poco tempo e denaro, dunque risorse pubbliche, finalizzate a favorire proprio lo stesso mondo venatorio... Infatti la Renara esiste ormai da circa trentasei anni come “Zona di Ripopolamento e Cattura” della Provincia di Terni. Un’area cioè nata per la caccia, ma dove la caccia è proibita perché la selvaggina che vi nasce è destinata al ripopolamento di altre aree soggette alla caccia. Nella Renara quindi, in tutti questi anni, si è accumulato un “capitale” di animali (ma anche di biodiversità animale e vegetale a rischio di estinzione) i cui “interessi” vengono spesi nell’attività venatoria. Quando s’intacca un “capitale” è sempre un brutto segno, testimonia uno stato di difficoltà da cui spesso è difficile riprendersi. Nel caso della Renara poi, un suo eventuale futuro recupero territoriale non corrisponderebbe mai, se non forse dopo moltissimi anni, ad un recupero anche qualitativo. Gli animali cacciabili che oggi vivono e si riproducono nella Renara sono animali “selvatici” nel vero senso della parola. Un fagiano non è un pollo colorato di allevamento ed una lepre non viene dalla Romania o dall’Argentina o da qualche gabbietta di un allevatore. I cacciatori che hanno ancora il senso della caccia, non possono che augurarsi che di “Renare” ne sorgano ancora con lo scopo di migliorare la presenza di selvatici nel territorio. Le aree di ripopolamento e cattura qualificano un territorio e sono per la caccia uno strumento indispensabile all’incremento della selvaggina di qualità. Strumenti su cui si potrebbe ancora investire in programmi di recupero di specie come ad esempio la starna che popolava abbondante il comprensorio di Castelgiorgio fino all’Alfina. Una specie ormai ”mitica”, oggi completamente scomparsa, un altro caso in cui non si è badato a spendere tutto il capitale senza pensare al futuro. Inoltre, l’esistenza di habitat naturali particolari nella Renara, che ha consentito il consolidamento di importanti siti di riproduzione della fauna cacciabile e non, dovrebbe essere vista come una benedizione e difesa in un momento dove a livello planetario e nelle nostre zone tutta la biodi- versità animale e vegetale è seriamente minacciata così come lo sono gli habitat di riferimento. La straordinaria occasione che ci offre la Renara è quella di cooperare, al fine di salvaguardare e consolidare tale ecosistema a vantaggio di tutta la collettività, compreso il mondo venatorio, e non certo quella di offrirsi come occasione “predatoria”di cui approfittare, così come vorrebbero alcuni. Quest’area è diventata inoltre, per le sue caratteristiche, meta di tanti naturalisti, anche di fama internazionale, laboratorio per le scuole, meta di un turismo rurale anche internazionale, meta di appassionati di antiche cultivar ortofrutticole altrove già estinte, di appassionati di storia contadina, di artisti, ecc. Un territorio unico e speciale dove anche i residenti stanno facendo la loro parte investendo energie e risorse economiche per la promozione di un area marginale altrimenti destinata all’impoverimento e al degrado, così come è già accaduto in altre zone limitrofe. L’incontro con l’Assessore Filippo Beco (PRC) della Provincia di Terni e la Federcaccia Provinciale chiesto e ottenuto dall’Associazione “La Renara”, primo di altri incontri che seguiranno con tutti i soggetti interessati, si pone come obiettivo quello di avviare un confronto e riprendere la mobilitazione per contrastare qualsiasi ipotesi di riduzione dell’area, continuando la cooperazione già avviata con il mondo venatorio più responsabile e lungimirante, che attualmente gestisce la omonima Z.R.C. Associazione “La Renara”, Castel Giorgio Federcaccia -sezione comunale di Orvieto Associazione Academia Kronos, Orvieto Associazione Altra Città, Orvieto Associazione Amici della Terra, Orvieto Associazione APE (per la tutela ambientale e lo sviluppo economico), Orvieto Associazione ASSAL ( per lo sviluppo sostenibile Alfina), Acquapendente Associazione CISA (Comitato Interregionale Salvaguardia Alfina), Orvieto Associazione COCHIAMI (per la salvaguardia delle valli del Chiani e Migliari), Ficulle Associazione Italia Nostra, Orvieto Associazione Proceno (per la tutela e lo sviluppo compatibile dell’Alta Tuscia), Proceno Associazione WWF Italia, Orvieto
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