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TANGO DE BUONOS AIRES
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato dirama dall’ufficio stampa del teatro Mancinelli di Orvieto relativo all’entusiasmante “Tango De Buonos Aires”, prodotto dal coreografo argentino Roberto Herrera. Comunicato stampa Al Mancinelli di Orvieto Roberto Herrera e la sua Compagnia incantano con i suoni e i colori dell’Argentina. Uno spettacolo di struggente sensualità e raffinatissima precisione tecnica. Un appassionante viaggio nel mondo del più famoso passo a due, intramontabile espressione dell’anima di un intero Paese. La seconda parte della stagione teatrale del Teatro Mancinelli di Orvieto è iniziata decisamente a passo di tango con “TANGO DE BUENOS AIRES”, ovvero con l’ultima produzione del coreografo argentino Roberto Herrera, andata in scena sabato 8 gennaio alle ore 21. Artista di fama internazionale, dal talento innato e dalla grande professionalità, Herrera è universalmente considerato uno dei massimi rappresentanti del tango argentino, sia tradizionale che moderno ( il cosiddetto “tango nuevo”). Insieme a lui, i migliori talenti della danza che Buenos Aires possa offrire, vale a dire gli undici ballerini che formano la Compagnia Argentina, fondata dallo stesso Herrera nel 1995. “Ciò che rende unico questo ballo”, afferma il noto coreografo, “è proprio il fatto di incarnare il vero spirito di noi argentini: restituendo quel sentimento e quella seduzione che fanno parte del nostro modo di essere, nonché della nostra storia”. Qualcuno sostiene che il tango sia l’unico ballo triste dell’America Latina, poiché esprimerebbe la nostalgia degli emigranti europei che lasciarono la loro patria in cerca di una nuova Terra Promessa: così appariva l’Argentina negli anni Venti. Ed è proprio la Buenos Aires dell’epoca d’oro che viene rievocata nella prima parte dello spettacolo, attraverso coreografie e musiche del repertorio tradizionale. Il trascorrere del tempo sulla scena è scandito anche dai numerosi cambi di costume, che arricchiscono notevolmente le complesse ed eleganti performance della compagnia, rendendole ancora più vivaci. La seconda parte, invece, introdotta da un balletto al maschile assai suggestivo, è soprattutto uno splendido tributo al folklore argentino, presentato attraverso danze popolari e vorticosi passi di flamenco. Ad impreziosire i quadri coreografici, il famoso Decarisìmo Quinteto, composto appunto da cinque musicisti che, oltre a suonare brani inediti (“Lluvia de estrellas”, “Permanece”), hanno riproposto nuovi arrangiamenti da Astor Piazzolla, Osvaldo Pugliese e Julio De Caro. Un teatro gremito ed entusiasta ha confermato con ripetuti applausi il successo dello spettacolo, alla fine del quale i ballerini sono scesi in mezzo al pubblico invitando alcuni presenti a partecipare ad un’ultima danza. Sembra davvero impossibile non lasciarsi trasportare dal fascino dei tangueri e delle loro evoluzioni. La natura del tango potrebbe essere racchiusa in alcune parole tratte da “La Cancion de Buenos Aires”: “[…]c’è qualcosa nella tua essenza che vive e che dura nel tempo. Canzone maledetta, lamento di amarezza, sorriso di speranza, singhiozzo di passione”.
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