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LO ZIMBABWE NON Ѐ POI COSI’ LONTANO
NOTIZIE DA SAINT MARY’S MISSION Santina Muzi Notizie dallo Zimbabwe. Questa volta abbiamo un pacco postale spedito dal parroco contenente un buon numero di lettere inviate dai “nostri ragazzi” più grandi nonché un’infinità di ricevute rilasciate dalle varie scuole, trimestre per trimestre, alunno per alunno. Spedire un pacco così è costato al sacerdote una cifra abbastanza elevata, comunque era necessario perché indicativo di come le nostre offerte vengono utilizzate. Le scuole in Zimbabwe iniziano a gennaio-febbraio e terminano a novembre. Per l’anno solare 2012 ammontano a 30 le studentesse e gli studenti che, grazie all’aiuto di tante persone generose, stanno frequentando la scuola e probabilmente pensano ad un futuro diverso. Ci sono però delle richieste alle quali noi non siamo in grado di rispondere, avremmo bisogno dell’aiuto di altre persone di buona volontà, avremmo bisogno di giovani desiderosi di aiutare altri giovani più sfortunati che letteralmente non hanno nulla. Elevare il tasso di istruzione è un bene che torna a vantaggio di tutta la comunità. Ѐ la prima volta che riceviamo tanta posta tutta insieme ed è un piacere leggerle, nonostante i problemi evidenziati e la difficoltà della lingua per me che ho scarsa dimestichezza con l’inglese, per le parole di ringraziamento, benedizioni ed auguri di lunga vita, cosa di cui sicuramente avremo bisogno, considerato che buona parte dei soci fondatori dell’Associazione Ikhiwa ha raggiunto l’età della pensione. Altro elemento che accomuna tutte le lettere è il desiderio di continuare a studiare: chi vuole diventare infermiera, chi dottore, chi insegnante, chi elettricista.... Ma vediamo in sintesi cosa dicono le nostre ragazze e i nostri ragazzi: “Ho dodici anni e frequento il settimo anno della Scuola Primaria di St Mary” scrive Nonhlanhla. “Scrivo questa lettera per ringraziarvi perché pagate le mie tasse scolastiche. A me piace andare a scuola e fare bene il mio lavoro ogni giorno...”. Naomi, 16 anni, accanita lettrice di libri: ”Io vivo con mio padre, mia madre è morta nel 2009... Quando finirò la scuola voglio diventare infermiera...”. Prosegue ringraziandoci per l’aiuto e conclude dicendo che prega Dio affinché ci conceda una vita bella e lunga, in modo da poter aiutare altri “children”. Lo Zimbabwe è uno Stato composto da varie etnie, ciascuna delle quali conserva la propria lingua. Però le lingue ufficiali sono tre, tra cui inglese e ‘ndebele. Qui nascono le difficoltà per diversi ragazzi. Edith, Scuola Secondaria di Lukosi, si dispiace per essere stata respinta proprio in queste due materie. Ora è tornata a scuola e spera di completare il quarto anno. Nomsa, 18 anni, nel 2011 ha completato con ottimi risultati lo “O. level” alla Secondaria di Lukosi ed ora sta continuando alla “Hwange Higk School”. Spera poi di studiare per diventare infermiera. Predencia, che vive nella Dick area e frequenta la secondaria di Lukosi, ci parla di sé e della sua famiglia: “Vado per i 17 anni... Vivo con mio padre e mia madre. Entrambi hanno smesso di andare a scuola al settimo anno della Primaria perché i genitori non avevano con che pagare le tasse scolastiche. Sono entrambi senza lavoro. Quando, con il 4 level della secondaria avrò terminato la mia istruzione, voglio diventare dottore. Spero che quest’anno mi aiuterete ancora ad andare a scuola.” Tryphine, 16 anni, Scuola Secondaria di Lukosi, è l’ultima di quattro figli. Vive con la madre e i nonni, non ha mai conosciuto suo padre. Ci ringrazia moltissimo perché prima sua madre “si massacrava” pur di sostenere le spese e poterla mandare a scuola. Ora finalmente, grazie a tutti noi, è felice, deve pagare solamente il materiale scolastico, cioè penne, quaderni..., nonché la divisa, assolutamente obbligatoria ad ogni età. A Tryphine piacerebbe fare l’insegnante. Anche lei conclude con la frase augurale: “May God bless you and give you a longer life because you are going a great job by helping the poor”. Ossia: “Voglia Dio benedirvi e concedervi una vita più lunga perché aiutando I poveri state facendo un lavoro meraviglioso”. Le storie si susseguono press’a poco simili: Samuketiso, studentessa di 16 anni, vive con la madre single e due fratelli. Il padre è morto da molti anni. La ragazza ci dà un particolare da cui possiamo dedurre che, come buona parte dei nostri assistiti, vive nella savana alberata. Scrive infatti: “Abbiamo costruito quattro capanne d’argilla e le abbiamo coperte con un tetto di erbe palustri.” Merjury, 14 anni, terminata la Primaria di St Mary, sta frequentando la Scuola secondaria di Lukosi. La ragazza, orfana di entrambi i genitori, vive con la nonna che fatica a sostenere interamente le spese scolastiche. “Sono una che teme Dio e lavora duro, spero di avere un futuro migliore e luminoso...”. Oniel, 18 anni, vive a Hwange e frequenta la secondaria di Lukosi. Vorrebbe diventare elettricista. Nel dettaglio: ultimo di tre figli, ha perso la madre nel 2004, vive con lo zio, disoccupato, che si trova in difficoltà per poterlo mandare a scuola... Annodice, 14 anni, genitori ultrasessantenni impossibilitati a lavorare duramente (i poveri lavorano la terra con pochi mezzi rudimentali), vorrebbe terminare la Secondaria e diventare suora... “Io vivo con mia nonna a Change rural area.” scrive Carlos, 19 anni ultimo anno della secondaria, che proviene da Chentali. Genitori separati, il padre s’è rifatto una vita in Sud Africa e complessivamente si trova ad avere 6 figli: due con la matrigna e quattro con la madre del ragazzo che intanto con i quattro figli è tornata dalla sua famiglia d’origine. Tutti a casa della nonna, dove c’è anche uno zio. Entrambi senza lavoro. Dumisani, un ventenne che quest’anno ha ripreso la scuola, ci chiede di aiutarlo a completare gli studi... Mi fermo qui perché, oltre ai ringraziamenti e agli auguri, tutti chiedono la stessa cosa: aiutarli a completare gli studi perché, come dice un loro canto popolare, “Istruzione è vita”! Ora domando: c’è qualcuno che vuole, e può, darci una mano per aiutare questi ragazzi a costruirsi un futuro?
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