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CHE FINE FARÀ IL CENTRO STUDI
CHE LA CITTÀ SAPPIA QUELLO CHE STA ACCADENDO AD ORVIETO CAPIGRUPPO DI MINORANZA IN CONFERENZA STAMPA Ormai sembra certo: dopo e nonostante il trasferimento dalla sede dell’ex ospedale di Piazza del Duomo a Palazzo Simoncelli di proprietà comunale, il Centro Studi Città di Orvieto è prossimo alla chiusura. Ѐ quanto reso noto dalla conferenza stampa tenuta nella mattinata di venerdì 19 dai capigruppo di minoranza Giuseppe Germani (PD), Evasio Gialletti (PSI) e Maria Cecilia Stopponi (PRC) al fine di rendere consapevoli i cittadini orvietani di quello che sta accadendo in maniera per niente democratica al CSCO. Probabilmente le motivazioni sono legate a questioni economiche, quali gli stipendi dei docenti e i debiti accumulati dal CSCO ma, come dicono i capigruppo della minoranza, sarebbe stato opportuno discuterle in Consiglio comunale, considerato che il Comune di Orvieto e la Fondazione costituiscono i soci fondatori. In realtà le cose sono andate diversamente: <<Sono due o tre mesi che stiamo cercando di portare la discussione all’interno del Consiglio Comunale- ha confermato Germani -perché per noi il Centro Studi e l’Alta formazione sono strategici per l’intera città, non soltanto per noi forze politiche della sinistra. Da un po’ di tempo sembra che il centrosinistra non faccia opposizione. Il fatto è che le decisioni vengono prese prima e al di fuori del Consiglio Comunale.>> Intanto per la mattina di lunedì 22 ottobre è stato convocato il Consiglio d’Amministrazione del CSCO. Tema all’ordine del giorno: “chiusura e scioglimento del Centro Studi”! <<Non si può chiudere così, dopo 12 anni di vita, un soggetto, che per Orvieto ha significato la speranza di un cambiamento, senza preventivamente aver fatto una discussione seria nel luogo apposito, ossia in Consiglio Comunale.- ha detto Germani. -Volevamo parlarne, invece ci siamo trovati in modo strumentale la sospensione del Consiglio Comunale senza poter discutere questa mozione.>> La decisione del CdA giunge quanto mai inaspettata perché, secondo i relatori, solamente 10 giorni fa nella conferenza dei capigruppo, il dottor Pasca di Magliano, presidente della Fondazione, aveva annunciato delle eventualità e delle prospettive, dava in definitiva una speranza per la progettualità futura. Nessuno aveva preso in considerazione la messa in liquidazione dei dipendenti. <<E pensare che Toni Còncina aveva basato la sua campagna elettorale a sindaco della città sull’alta formazione!- commenta il capogruppo del PD citando gli obiettivi dal testo del programma di Toni Còncina -Rilancio del Centro Studi (attraverso un rinnovato consiglio di amministrazione) che dovrà essere un laboratorio dinamico sulla città. Saranno inseriti corsi di alta formazione, a cui potranno accedere anche ragazzi che si diplomeranno nei licei orvietani,...quali Master, corsi di alta cucina, corsi di architettura, corsi di lingua straniera...>> Amara le considerazioni di Cecilia Stopponi: <<Il Centro Studi è un’altra delle cose che ad Orvieto si lasciano morire di consunzione. La città sta via via perdendo pezzi importanti non sempre per problemi economici, ma anche semplicemente per una forma di disfattismo. Un esempio viene dalla Sala del Carmine prima chiusa poi riaperta... L’unica variante di rilievo in tutta questa operazione dopo tanto clamore è la soppressione del laboratorio, ossia della Scuola Comunale di Teatro! Per il resto, sotto la gestione della associazione TEMA, la Sala del Carmine, dietro pagamento, è a disposizione di tutte le Associazioni che ne fanno richiesta, sia lucrative che non profit. Al Centro Studi Orvieto sta succedendo la stessa cosa. La maggioranza non è disponibile a rivedere le proprie posizioni, si fa forte del numero... Perché ogni volta che si arriva in Consiglio, che si arriva in Commissione, le cose sono già decise. Quando il presidente del Consiglio dice “io metto a votazione” per noi è impossibile fare qualunque altra cosa se non convocare una conferenza stampa affinché i cittadini si rendano conto di quanto sta accadendo. QuDATI FORNITI DAL CENTRO STUDI • La Fondazione per il Centro Studi “Città di Orvieto” è stata istituita per iniziativa del Comune di Orvieto. E' un'agenzia accreditata presso la Regione dell'Umbria per la formazione superiore, continua e permanente ed ha un Sistema di Gestione per la Qualità certificato UNI EN ISO 9001:2008 da Certiquality. • Gli allievi (italiani e stranieri) dei corsi, i partecipanti ai seminari, convegni e attività culturali portano nella città un flusso costante di “turismo di studio”, da cui traggono beneficio i vari operatori. Si può calcolare che l’attività del Centro Studi generi annualmente un "indotto" stimato con prudenza in circa due milioni euro (alberghi, affitti delle case e degli appartamenti, ristoranti, ecc.). • Ipotizzando la presenza di 300 studenti per 200 giorni l’anno ed attribuendo a ciascuno studente una spesa di € 40 il giorno per vitto, alloggio, si ottiene la non disprezzabile cifra di € 2,4 milioni annui (€ 2.400.000 / anno). Correttamente, alle spese di vitto ed alloggio andrebbero aggiunte quelle per acquisti vari, da stimare tra 10 e 20 € il giorno (si tratta pur sempre di partecipanti a corsi di specializzazione e post-laurea, quindi con una disponibilità di mezzi economici più elevata rispetto agli studenti più giovani), per un totale compreso tra € 600.000 ed € 1.200.000 l’anno. A questo valore andrebbe aggiunto l’indotto economico mobilitato dai docenti residenti, dai numerosi visitatori e dai partecipanti a seminari, conferenze e mostre. Santina Muzi
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