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LA NOSTRA STORIA: L’ALLUVIONE DEL ‘65
DUE FURONO I MORTI PER ANNEGAMENTO Santina Muzi Come abbiamo potuto dimenticare l’alluvione del ‘65, l’ultima grande alluvione a memoria d’uomo, che causò ingenti danni alla campagna e provocò perfino due morti per annegamento? In quell’anno, del tutto nella norma dal punto di vista meteorologico, verso la fine del mese di agosto cominciò a piovere insistentemente e continuò per parecchi giorni tanto che il 1 settembre il Paglia esondò allagando tutto il Piano. Stessa cosa per gli altri corsi d’acqua, considerato che il Paglia non riceveva più. Il fosso della Rocca, il Romealla, il fosso dell’Abbadia e perfino i fossi che scendevano dalla rupe come il fosso di San Benedetto nella zona del ponte e l’altro che passa alla Pescara in prossimità della Castagneta uscirono dall’alveo e si riversarono sulla campagna.... Chi ancora dopo una decina di giorni si affacciava dalla Gonfaloniera, tra la rupe e Le Crete non vedeva altro che un mare d’acqua da cui spuntavano i tralicci della Centrale elettrica. E non ci sono dubbi sulla data, confermata da documenti e telegrammi tra il presidente dell’Ente Comunale di Assistenza e la Prefettura di Terni tuttora conservati all’Archivio di Stato di Orvieto. Tutto il cartaceo sull’evento fa riferimento all’alluvione del 1 settembre 1965. (A.S.O. ECA, b. 41) La situazione già grave fu resa tragica dalla perdita di due vite umane: il 2 settembre nella frazione di Benano un quarantenne moriva per annegamento scivolando in un fosso in piena mentre in una modesta abitazione semidistrutta dall’acqua, nel tempo in cui i genitori erano intenti a spalare la melma, un bimbo di 6 anni sfuggito al controllo, senza che nessuno se ne accorgesse cadde in una pozza lasciata dall’alluvione. In tanta disperazione non ci furono allora danni alle attività produttive o alle abitazioni del Piano dato che la Val di Paglia era prevalentemente destinata all’agricoltura. Se c’è una cosa che sorprende in questo evento disastroso è senza dubbio la tempestività degli interventi. Per l’alluvione del ‘65 non ci fu bisogno di ripetuti solleciti per ottenere il riconoscimento dello stato di calamità: già il 4 settembre, a soli 3 giorni dal disastro, la Prefettura di Terni, “in considerazione delle recenti eccezionali intemperie,” confermava al Presidente dell’ECA l’integrazione straordinaria di bilancio di £ 1.500.000 lire (un milione e cinquecentomila) e, a seguire, il giorno 8 settembre “la medesima Prefettura” aggiungeva “altra integrazione straordinaria di £ 1.500.00 a favore delle famiglie più bisognose, con esclusione di ogni utilizzazione per i lavori”. Quindi già il 10 settembre si era formata una Commissione composta da Cinelli Corrado presidente dell’E.C.A. di Orvieto, Giulietti prof. Arturo Vademiro in rappresentanza del Sindaco, Bonci dottor Costante tecnico dell’Ispettorato dell’Agricoltura, Lombardi mar.magg. Stefano Comandante Stazione Operativa Carabinieri Orvieto, Cerasoli brig. Angelo Comandante Stazione Carabinieri Orvieto Scalo. Nello stesso giorno la Commissione, alla presenza di Pistelli Nicodemo segretario dell’ECA, cominciò ad esaminare le prime domande pervenute da parte di famiglie danneggiate dall’alluvione. In particolare i primi aiuti andarono alle famiglie Ciucci e Renzi colpite dal lutto per cui la Commissione deliberò di sostenere le spese per le onoranze funebri e di assegnare la somma di £ 150.000 ciascuna. Con il sostegno ad altre due famiglie in situazione di urgente necessità, complessivamente in questa prima riunione vengono elargite £. 320.000. Da settembre ‘65 a maggio ‘66 seguiranno altre riunioni, cinque in totale, ed altrettante elargizioni, sempre in base ai danni subiti e confermati dai Carabinieri. Così, se si considerano le domanda di assistenza presentate da piccoli agricoltori e mezzadri residenti su un territorio che andava dalla città sulla rupe a Benano, Bardano, Rocca Ripesena, Ponte del Sole, Sferracavallo, Riorso, la Patarina, le Conce, l’Acquafredda, Tordimonte, Corbara, Ciconia, la Capretta, Morrano, Bagni,... non si può non concordare sugli ingenti danni riportati dal settore agricolo. L’integrazione prefettizia costituiva un piccolo input per la ripresa, non era sufficiente a coprire l’intero ammontare dei danni, assicurava solamente una copertura del 10% ai più bisognosi. Infatti, se numerose e di una certa consistenza risultano le segnalazioni inviate, molto più ridotta è la cifra assegnata, come ridotto è il numero delle persone risarcite. In totale, con le cinque elargizioni, vennero assegnate £. 2.952.000.
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