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BASTA PALE EOLICHE
BASTA PALE EOLICHE: LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE IN PIAZZA DEL DUOMO A ORVIETO TANTO DISASTRO PER OTTENERE SOLAMENTE L’1,2% DELL’ENERGIA CONSUMATA! Santina Muzi Sono venuti da tutta Italia, in particolare dal Sud ma anche dall’Appennino emiliano per manifestare davanti al nostro splendido Duomo contro le pale eoliche in aree verdi. “Ora basta eolico!”, “Salviamo il parco archeologico di Altilia”, “Pale eoliche nella Tuscia: 21 già ci sono... in arrivo altre 200”. E si potrebbe continuare perché i cartelli, comparsi un po’ in sordina, alla fine sono diventati numerosi e ben visibili. C’era persino un “uomo - uccello-sandwich” proveniente dalla Basilicata con le ali spalancate a mostrare più di una protesta relativa al territorio di Lavello (Potenza), “area agricola tra le più fertili e insediate, di notevole pregio paesaggistico e storico - archeologico in cui sono state individuate numerose specie avicole tra le quali colonie di falchi grillai”. E non poteva mancare Candela di Puglia, dove le pale eoliche costeggiano chilometri e chilometri di autostrada e sono così numerose e ravvicinate da rendere invisibili e insignificanti le pur grandi aziende agricole. Eppure c’è chi definisce queste aree “Parchi”! “Parchi cannibali” risponde il cartello della Daunia. Intanto dallo spazio laterale di piazza del Duomo non passa inosservato lo spicchio del Peglia su cui dovrebbero sorgere la pale eoliche per un’altezza superiore o pari ai 150 metri. “Pale alte tre volte il Duomo” dicono i cartelli dei manifestanti nostrani. Pochi, però quei pochi presenti hanno le idee chiare e le sostengono. Centocinquanta metri non sono una banalità. L’altezza considerevole è dovuta alla scarsa incisività dei venti sulla nostra “montagna”, che di montagna ha solamente i pini neri piantati dai prigionieri di guerra austriaci al tempo della prima guerra mondiale. Il monte Peglia con i suoi 837 metri sul livello del mare non ha venti forti tali da far girare le pale eoliche. Di qui la necessità di allungare i pali. E tutte queste manovre, questo scempio, solamente per ottenere l’1,2 % dell’energia consumata. Lo ha detto chiaramente Vittorio Tarparelli, sindaco di Parrano, comune, insieme a San Venanzo, direttamente coinvolto nel megaprogetto, che chiede ai politici di riprendere il compito di tutelare l’ambiente e la volontà di programmare in campo energetico. <
> Ma a quanto ammonterebbe la produzione di energia di un simile impianto? << Conosciamo i dati dell’eolico.- dice Tarparelli -L’1,2 % dell’energia consumata sarà prodotta dall’eolico. Allora di cosa parliamo?... >> E, considerato che in qualche Regione parte delle pale sono ferme, non pensa male quando sostiene: << Facciamo sviluppare energie italiane, costruiamoci una filiera industriale,... non facciamo che queste cose servano solo per incassare denaro, facciamo che siano utili per i cittadini. Questo è banalissimo buonsenso. Auspico che la politica riprenda un minimo di capacità programmatoria ed anche l’orgoglio e la volontà di decidere...>> Di fronte al progetto che vuole le megapale eoliche sul monte Peglia, tutti i sindaci del comprensorio, coalizzati, si sono uniti ai due Comuni direttamente interessati. Francesca Valentini, sindaca di San Venanzo, nel ringraziare per la compattezza, ha accentuato la necessità di pensare alla grande, non strettamente in termini di confini comunali. È per questo motivo che è stata costituita la conferenza dei Sindaci dell’Orvietano, organismo potenzialmente destinato ad ampliarsi con l’auspicabile ingresso dei componenti dello S. T.I.N.A., Sistema Territoriale di Interesse Naturalistico e Ambientale istituito sul finire degli anni ‘novanta dalla Regione umbra. << Dobbiamo avere una visione più ampia, programmare una politica energetica di area vasta. La conferenza dei Sindaci potrebbe essere l’organismo giusto, un organismo che potrà programmare una politica energetica compatibile con il nostro territorio, nella consapevolezza che ci dobbiamo confrontare con le normative nazionali che, non conoscendo le nostre realtà, qualche problema ce lo creano.>> In quanto alle fonti di energia rinnovabili, tutti concordano con la posizione di Francesca Valentini: <
> Se poi i nostri politici riusciranno a trovare l’accordo e una effettiva via d’uscita a beneficio di tutti, potremmo ben dire che la manifestazione di sabato 13 aprile ha sortito il suo effetto.
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