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IL FANUM DEI DESIDERI AL CAMPO DELLA FIERA
Santina Muzi Campo della Regina o, più propriamente Campo della Fiera: un nome apparentemente del nostro tempo. In realtà , come riferisce la professoressa Simonetta Stopponi direttrice dello scavo in corso da tre lustri nel vasto spazio compreso tra il Ponte del Sole e i Cappuccini, "Campo della Fiera" è la denominazione antica e risale addirittura agli Etruschi in quanto, oltre ai giochi analoghi a quelli olimpici, al fanum si svolgevano anche le fiere. Vari i complessi templari, testimoniati dai ritrovamenti e da reperti come le basi delle colonne che sormontavano le scalinate, sul genere del tempio degli auguri al Belvedere sul lato est della rupe orvietana. Interessante la "via sacra", che oggi diremmo a più corsie, tra cui una che consentiva il passaggio dei carri. Al di là dei tanti resti di epoca romana, come i locali delle terme, una porzione di pavimentazione mosaicata,... quelli risalenti al periodo etrusco sono i più avvincenti perché risalgono alle radici e ci danno la data esatta della fondazione del grande insieme templare: siamo addirittura al 510 avanti Cristo! Lo testimonia in particolare la grande anfora recuperata, la stessa che veniva posta nello scavo dopo la cerimonia sacra, rotta come tutti gli altri oggetti di culto. Usanza consueta in ogni cerimonia, compresa la sepoltura. Anche i nomi incisi sui bordi e all'interno di un "piatto" documentano la dedicazione del tempio alla dea madre... Come tutti gli altri reperti anche la grande anfora è posteggiata nel magazzino di san Lorenzo in vineis e troneggia sui resti di ceramica d'importazione, gli oggetti in bronzo, la testa barbuta in terracotta chiara, i vari frammenti ceramici di provenienza la più disparata. SAN LORENZO IN VINEIS: DA ABITAZIONE E SCUOLA ELEMENTARE A MAGAZZINO DEI REPERTI DEL FANUM DELLA DODECAPOLI ETRUSCA S. Lorenzo in vineis: una chiesa pericolante, nonostante il bel lucernario del Montelupo, ed un convento con tanto di contrafforti antiassedio. All'interno grandi corridoi, soffitti alti che definirei a botte, piccole finestre con affaccio sul chiostro delle clarisse o sul piazzale esterno dove un tempo sorgevano gli orti degli addetti al cimitero: un bel noce, tanti alberi da frutto, insalatina fresca, il tutto sovrastato da una bella loggia che al sole del tramonto accoglieva frotte di ragazzine. incantante dall'accendersi delle luci del cielo. Di giorno, ancora sul finire degli anni 'Cinquanta del 1900, mentre i maschi giocavano a pallone davanti allo slargo della fontana o gareggiavano nella corsa delle carrette per la ripida discesa, le bambine nel corridoio giocavano a "palla a muro" e saltavano alla corda cantilenando "mela arancia susina limone...". Le piccole stanze monacali ospitavano intere famiglie e diverse volte sono state testimoni di nuove nascite. Il chiasso, a San Lorenzo, non è mai mancato anche perché lì c'era pure la Scuola Elementare del Tamburino. Si trovava sul lato a confine con la chiesa e vi si accedeva dalla larga scalata adiacente la sagrestia, un'aula era proprio nella sala che oggi ospita i preziosi reperti rinvenuti al "Campo della fiera". In questo luogo, un tempo così vivo, oggi gioca... la professoressa Simonetta Stopponi! È lei che canta e gioisce e gira con un reperto da un corridoio all'altro vigilando gelosa sui suoi tesori, ossia: sui nostri tesori, tutto quello che sta riemergendo dagli scavi di "Campo della Fiera", non per niente chiamato "Campo della Regina". <<2000 anni di storia ci stanno guardando!>> sussurra alla presidente della regione umbra Catiuscia Marini, ospite insieme al magnifico Rettore dell'Università di Perugia ed altri illustri personaggi qui pervenuti dal capoluogo. E non sono pochi né gli anni di storia, né i reperti custoditi per il restauro. Sensazionale un robusto braccio di grandezza superiore al reale e, in particolare una mano che stringe una melagrana tuttora con sprazzi di colore rosso. Ed ecco tutta l'irruenza del mito di Proserpina e il dramma di Demetra, la madre dispensatrice, "costante nutrice della gioventù e della terra verde, artefice della vita e della morte"... <
> è il commento più che eloquente del magnifico Rettore dell'Università di Perugia Franco Morioni che promette sul luogo un campus universitario destinato agli studenti. Stesso stupore anche per la Presidente della Regione Catiuscia Marini che immaginava dei ritrovamenti ma non di questa portata. Le promesse? Da parte della politica e dell'Università le promesse sono state tante. Speriamo che tutte abbiano i risvolti desiderati e che si riesca a dare il giusto peso a questa grande occasione culturale che riguarda la nostra città. Nessun tempio rinvenuto in Italia raggiunge un'estensione così grande. E pochi sono i luoghi così densi di storia, testimoniata press'a poco per due interi millenni, ossia per il lungo spazio di tempo compreso tra 510 anni prima di Cristo e il 1348, anno in cui la peste nera decimò gli abitanti della città sulla rupe e il luogo, compresa la vecchia chiesa dedicata a San Pietro, venne abbandonato. Brevi 1. Quella in corso a Campo della fiera è la 15ª campagna di scavi ed è portata avanti da studenti e archeologi di vari atenei italiani e stranieri sotto la direzione di Simonetta Stopponi, ordinaria di etruscologia e antichità italiche dell'Università di Perugia. 2. Il giorno 29 luglio 2014 lo scavo è stato visitato dalla presidente della regione Umbria Catiuscia Marini, dal magnifico rettore dell'Università di Perugia Franco Morioni, dal direttore del Dipartimento di lettere Mario Tosti, dal direttore regionale dei Beni culturali Francesco Scoppola, dal sindaco di Orvieto Giuseppe Germani, l'assessore alla cultura Vincenzina A. Maria Martino, e dal presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Orvieto Vincenzo Fiumi, sponsor delle ricerche archeologiche per la cifra di 30 mila euro all'anno. 3. <
> 4. Il merito di tutto va in particolare alla professoressa Stopponi che fin dall'inizio ha creduto nell'impresa e l'ha portata avanti con tenacia.
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